Natale, festa della fede e dell’amore

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Messaggio del Vescovo in occasione del Santo Natale 2013

Carissimi fratelli e sorelle,

“Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi” (Gv,1) :
questo è per noi  il Natale che viene:  l’inizio di un’era in cui Dio ci  parla attraverso l’umanità, quella del suo Figlio  fatto uomo. (Eb. 1,1)
“Con l’Incarnazione – afferma il Concilio Vaticano II – il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo… Nascendo da Maria Vergine, Egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi, fuorchè nel peccato… (GS, 22)
“Gesù non ci ha salvato con un’idea, – commenta Papa Francesco -,  si è abbassato e si è fatto uomo. La Parola si è fatta carne”.
D’ora in poi abbiamo accanto a noi un Dio che percorre i sentieri faticosi della nostra esistenza, che vive, che  soffre, che spera con noi.
“Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova luce il mistero dell’uomo” (GS, 22)
Diciamocelo francamente: “ laddove entra in crisi questo pilastro della nostra fede, anche  la dignità dell’uomo è messa a repentaglio. E’ pertanto urgente portare l’uomo di oggi a “scoprire” il volto autentico di Dio,  che si è rivelato a noi in Gesù Cristo”-   (Benedetto XVI)
Natale è  la festa della fede.

Ma anche festa dell’amore tra noi.

 Una Comunità cristiana, che vuole celebrare con fede e amore il Natale del Signore, non può  rincorrere le mode e  le ubriacature  pubblicitarie accontentandosi  di vestire a festa la casa e le vie del paese con  luminarie, festoni e leccornie tipicamente natalizie…
Questo è un Natale  declassato a  folclore!
C’è nelle nostre famiglie, per non parlare della società, un bisogno enorme di pace, di fiducia, di perdono, di comprensione reciproca, di amore, di coraggio nel portare le nostre croci quotidiane e quelle dei fratelli vicini e lontani,  vittime di ingiustizie e violenze  terribili.
Sono ancora tante in questo Natale  le ferite che lacerano l’uomo e la sua esistenza: la povertà, la mancanza di lavoro che priva gli uomini della dignità, la violenza, la guerra, le  calamità naturali, anche recenti.

Perciò, carissimi, sarà Natale vero,

se sapremo tradurre i valori divini in fraternità, contemplare il volto di Dio nelle fattezze umane ferite nella carne e nello spirito.
Natale significa: venire alla luce, vivere!. E’, quindi, una meraviglia da contemplare sempre, come Maria a Betlemme.
E’ chinarsi sulla corporeità di Cristo condividendola attraverso la parola, il cuore,  i gesti concreti.
E i doni natalizi saranno, pertanto, veri se  comunicheranno noi stessi, la nostra umanità con simpatia e affetto.
Come l’hanno donata i protagonisti del Natale: Maria, i pastori, i magi.
E’ il Buon Natale che auguro di vero cuore a tutti voi.
Con l’affettuosa vicinanza nella preghiera la Notte Santa e la mia paterna Benedizione-