Messaggio per la Santa Pasqua

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Carissimi,

in filiale ascolto dell’invito di Papa Francesco  nel Messaggio per la Quaresima  “a una vita povera in senso evangelico”,  sta per concludersi il cammino personale e comunitario in preparazione alla Pasqua,  la grande attesa  che ci introduce nel triduo sacro per eccellenza, quei tre giorni santi che hanno dato un nuovo, definitivo significato alla nostra storia di figli di Dio.

L’Eucarestia: la nostra Pasqua.

Il Giovedì santo, commemorativo della Cena di Gesù, di quell’ultima Cena che fu – come sappiamo -  il punto di incontro tra le due Pasque: l’antica e la nuova, viene plasticamente rappresentata attraverso la concelebrazione in questo giorno in tutte le cattedrali, quando Vescovo, sacerdoti e fedeli siedono insieme alla stessa mensa, partecipano dello stesso pane, membri tutti della stessa famiglia.
Nella mente e nel cuore di noi sacerdoti, passa come un brivido il ricordo della nostra ordinazione sacerdotale, che ci rimanda a quel giovedì sera della Istituzione del sacerdozio e dell’Eucarestia insieme, frutti del suo sacrificio e “memoriale” della sua morte. Offerta al Padre e poi, sempre, nella Chiesa, perché a noi e a tutti gli uomini fosse data la legge fondamentale della comunione: “Padre, che siano una sola cosa, come tu, Padre, sei in me, ed io sono in te” (Gv, 17,21).
Non è un caso che il Concilio Vaticano II, nella Costituzione “De Ecclesia”, nella Eucarestia mette in luce i due aspetti: quello pasquale e quello  ecclesiologico, per cui diventa veramente “Sacramnentum unitatis”.

Cristo è morto, Cristo è risorto, Cristo ritornerà!

“Questo è il “mistero della fede” che proclamiamo in ogni celebrazione eucaristica.
Gesù Cristo ha redento il mondo  con il proprio sangue.
Risorto dai morti, è andato a preparare un posto per noi nella casa del Padre. Nello Spirito che ci ha resi figli amati da Dio, nell’unità del Corpo di Cristo, attendiamo il suo ritorno con gioiosa speranza” (Giovanni Paolo II, Omelia nel Cenacolo di Gerusalemme)
Noi cristiani non possiamo vivere “come coloro che non hanno speranza” (I Ts. 4,13)
Cristo risorto cammina con noi, vive con noi.
Questa è la verità fondamentale della nostra fede.
Afferma S. Agostino: “La fede dei cristiani, è la Risurrezione di Cristo!”.
Tutto questo per alcuni, purtroppo è ancora una favola…
Per altri, sotto il peso del dolore, è difficile guardare oltre il Venerdì santo.
Eppure l’angelo accanto al sepolcro vuoto, invita a non cercare più tra i morti Colui che ormai è vivo per sempre: “E’risorto, non è qui!” (Lc.24,6)
Gesù non si impone; non vuole forzare la nostra fede e la nostra ragione.
Semplicemente ci pone davanti ad un fatto evidente e a noi, come ai suoi discepoli, ripete: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore vivrà. Chi crede in me, non morirà in eterno” (Gv. 11).

Questo è il nostro messaggio: Cristo è risorto!
Vieni con noi: Dio è buono, il suo amore ci salva.  (Thomas Merton)

Il cristiano, con lo sguardo alla luce nuova che arriva dal sepolcro vuoto e illumina l’intera umanità, è chiamato non a dare qualcosa, ma a dire Qualcuno:  Cristo risorto, che cammina  e vive con noi.
E’ questo il compito urgente che ci siamo proposti con le Piccole comunità di Fede e di Testimonianza, le provvidenziali “cellule missionarie” già attive in tante parrocchie della nostra diocesi.
Muovendosi nel solco della primitive comunità cristiane, e incarnandosi nei contesti sociali, antropologici e sociologici delle comunità locali (come richiamato nello Statuto di fondazione), “illuminati dalla Parola di Dio e dal Magistero della Chiesa…esse devono promuovere un dinamismo di crescita globale in cui costruire veri spazi di maturazione della fede in base sia alla comunità di appartenenza (famiglia, territorio), sia alle esigenze per le varie attività  (servizi religiosi, necessità materiali e religiose)”:
“La missione di annunciare Cristo, morto e risorto -  afferma il Papa nella Evangelii Gaudium – non è un’appendice dell’essere cristiano, un ornamento da esibire…
“Il cristiano è una missione sulla terra, è per questo che si trova in questo mondo… La missione non è un affare o un progetto aziendale, non è neppure un’organizzazione umanitaria, non è uno spettacolo per contare quanta gente vi ha partecipato grazie alla nostra propaganda; è qualcosa di  molto più profondo, che sfugge ad ogni misura” (EG, n.273, 279).

Auguri di Buona Pasqua!, Carissimi.
“E’ il giorno della risurrezione!
Diffondiamo gioia intorno a noi per questa festa.
Abbracciamoci gli uni gli altri; chiamiamo fratelli anche quelli che ci odiano; perdoniamo tutto per la risurrezione e gridiamo: Cristo è risorto dai morti!” (Inno pasquale di S.Giovanni Crisostomo).