IL CONVEGNO PASTORALE DIOCESANO

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Riflessione e opportunità per una nuova evangelizzazione

di Francesca Gregorio

 

Il 25, il 26 e il 27 giugno scorsi si è tenuto presso il teatro “la Provvidenza” di Vallo della Lucania il Convegno Pastorale Diocesano dal titolo: “Educare e testimoniare nella comunità cristiana”. Il convegno ha visto il coinvolgimento di un vasto pubblico eterogeneo proveniente da ogni forania appartenente alla Diocesi. Erano presenti i presbiteri diocesani, le religiose, i vicari foranei, i diaconi e i fedeli laici che prendono parte attiva alla vita della diocesi ad esempio come catechisti, missionari del territorio, membri dei comitati ed insegnanti di religione.

Nel primo giorno – il 25 giugno – il Vescovo Mons. Ciro Miniero, affiancato dal vicario generale Mons. Guglielmo Manna e dal vicario episcopale Don Carlo Pisani, ha dato il benvenuto ai convenuti. Dopo la celebrazione dei Vespri, Mons. Miniero ha introdotto i lavori del convegno focalizzando l’attenzione sull’importanza della fede che deve essere vissuta e testimoniata concretamente con lo slancio della carità. Ha poi aggiunto che tutti i fedeli cristiani devono testimoniare la fede nel contesto sociale e culturale nel quale vivono per costruire ponti tra Dio e l’uomo e coinvolgere coloro che sono lontani. Un’altra parola ricorrente nel discorso introduttivo del Vescovo, e che deve appartenere ad ogni cristiano, è la parola ascolto. Essa deve tradursi nell’ascolto della parola di Dio, nell’ascolto dell’altro e nel prestare attenzione agli altri per camminare insieme quotidianamente.

Poi la parola è passata ai vicari foranei che brevemente hanno illustrato la realtà pastorale  della propria forania; successivamente a ciascun convenuto è stata data l’opportunità di offrire il proprio contributo sul tema del convegno. Anche questo è stato un momento importante perché ognuno ha avuto la possibilità di confrontarsi con altri appartenenti alle diverse foranie. Ciascuno ha raccontato la propria esperienza, parlando del proprio rapporto con il sacerdote nell’organizzazione della vita della parrocchia, delle modalità di svolgimento del catechismo per bambini, ragazzi ed adulti. E proprio riguardo quest’ultimo argomento è maturata la proposta di una catechesi anche per i genitori dei bambini che si preparano alla prima comunione, catechesi, questa, presente già in qualche parrocchia della Diocesi ma assente in altre.

I lavori del convegno sono poi proseguiti nel secondo giorno – il 26 giugno – per il quale c’era molta attesa per la presenza e l’intervento di S. Em. Crescenzio Sepe, Arcivescovo Metropolita di Napoli, a cui è stata affidata la relazione centrale sul tema del convegno.

L’intervento del Cardinale Sepe è stato ricco di spunti di riflessione e ha proposto, per così dire, un’indagine autoptica della realtà nella quale viviamo e il richiamo al ruolo centrale che ha la Chiesa e alla sua capacità di rinnovarsi nella sua missione di evangelizzazione. Sua Eminenza ha affermato che educare e testimoniare nella comunità cristiana è proprio il punto centrale su cui si sta dibattendo la chiesa, che si chiede anche come si può trasmettere la fede e come essa può diventare una realtà efficace e viva. Ha inoltre affermato la necessità che la fede si incarni nella realtà concreta, nella ferialità, così da creare una sempre più forte condivisione fra i fedeli. Questi ultimi, ha continuato il Cardinale, avvertono sempre più l’esigenza di risvegliare e riscoprire la fede nella realtà. La fede -ha precisato- non deve essere vissuta solo in una dimensione intimistica, ma in mezzo agli altri uomini così da darne testimonianza concreta evitando in questo modo il rischio di autoemarginarsi. Ha richiamato poi l’attenzione sul concetto di chiesa intesa come ecclesìa il cui compito principale è quello della missionarietà. Il Cardinale ha evidenziato che la missionarietà va vissuta, va testimoniata e in questo percorso di testimonianza siamo coinvolti tutti, perché tutti siamo costitutivamente missionari, cioè inviati per annunciare ed evangelizzare in forza del battesimo. Proseguendo ha ribadito che la fede non riguarda solo l’aspetto intimistico dell’uomo ma riguarda l’uomo nella sua totalità, nel suo essere anima e corpo. Una fede incarnata deve abbracciare l’unità del nostro essere persona intesa come anima e corpo, proprio come Cristo che ha una natura umana e una natura divina. Cristo Gesù – ha continuato il Cardinale- non ha vissuto solo nel tempio ma a Nazareth in mezzo agli uomini. Egli ha voluto guarire un’umanità ferita, che aveva perduto la sua dignità a causa del peccato. Il cristiano non deve limitarsi alla venerazione di un’effigie sacra, né a partecipare  ad un determinato culto, ma deve accompagnare tutto questo con una condotta di vita coerente, deve prendere coscienza della sua missione e andare come agnelli in mezzo ai lupi (Matteo 10, 16-23). Il Cardinale, continuando, ha affermato come la missionarietà si attua anche attraverso la ministerialità: siamo missionari per nascita, ogni laico per il battesimo è missionario e deve dare testimonianza.

Sua Eminenza ha concluso il proprio intervento invitando ognuno, proprio in quanto membro di una comunità, a superare l’individualismo e l’egoismo nel pensare solo al bene personale per operare per la comunità che è la sua famiglia. E questo deve farlo con responsabilità e coscienza; compito, questo, che non è solo della parrocchia, ma anche della famiglia e della scuola.

I lavori del convegno si sono conclusi il 27 giugno con la celebrazione dei Vespri, le relazioni dei capigruppo, la presentazione del nuovo sito della Diocesi e le conclusioni di Mons. Ciro Miniero.

Tra gli aspetti emersi dalle relazioni dei capigruppo, degni di nota sono i seguenti: la necessità di una sempre più fraterna collaborazione tra sacerdoti e fedeli laici, una catechesi per i genitori dei bambini che si preparano alla prima comunione, come accennato prima, una catechesi non solo per i giovani che si preparano al matrimonio, ma già prima per i fidanzati, una maggiore disponibilità da parte di tutti, sacerdoti e fedeli laici, all’accoglienza, all’ascolto, una maggiore vicinanza alle famiglie in difficoltà e agli anziani. Infine una maggiore comunicazione tra la parrocchia e il territorio circostante attraverso il sacerdote che fa, per così dire, da cerniera tra le due realtà.

Momento particolare è stato quello poi della presentazione del nuovo sito della Diocesi curato dall’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali. Il nuovo sito è stato arricchito non solo con nuovi spazi (ad esempio vita diocesana, giovani, catechesi, famiglie ecc.) ma anche con nuovi contenuti (liturgia del giorno, delle ore) oppure informazioni riguardanti le parrocchie, gli uffici diocesani, il Museo ed il Teatro diocesani affinché tali informazioni siano fruibili da un pubblico più vasto e, ci si augura, anche giovane. Il sito è inoltre impreziosito da quelle che sono le immagini più significative del territorio della Diocesi di Vallo della Lucania che rappresentano la più bella sintesi del percorso storico dei vari paesi e piccole frazioni che animano la Diocesi.

Le conclusioni di questi tre giorni intensi e ricchi di riflessione sono state affidate al Vescovo Mons. Ciro Miniero, che ha mostrato grande gratitudine per l’anno pastorale trascorso, definendolo come un percorso in cui ognuno ha narrato la gioia di Cristo risorto e ha sollecitato la speranza in Colui che non delude. Questo percorso non si è ovviamente concluso, ma deve continuare. Ed è questo l’augurio fatto dal Vescovo ai sacerdoti, alle religiose e ai fedeli laici, che in maniera fraterna devono dare la propria testimonianza, annunciando che Cristo Gesù è sempre accanto a noi e noi non possiamo che presentare il Suo volto luminoso.