Il primo giorno del Convegno Pastorale Diocesano

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Martedì 3 luglio è stata celebrata la prima giornata del Convegno pastorale diocesano presso la Sala della comunità La Provvidenza di Vallo della Lucania. Dopo i saluti del Vescovo S.E. Mons. Miniero e l’introduzione di don Giovanni Di Napoli, Vicario episcopale per la Pastorale, la relazione principale è stata tenuta da don Silvano Sirboni, docente di Liturgia e Parroco nella Diocesi di Alessandra. Il tema sviluppato è stato “Trasfigurati per trasfigurare. Dalla liturgia il perenne rinnovamento della comunità cristiana”. Di seguito viene riportato lo schema con i sette punti della riflessione di don Sirboni.

TRASFIGURATI PER TRASFIGURARE. Dalla liturgia il perenne rinnovamento della comunità cristiana.

I – A partire dalla convinzione che la liturgia non è innocua. La liturgia della Chiesa, memoriale della Pasqua di Cristo, portando a compimento lo zikkaron della prima Alleanza, non è un semplice ricordo del passato, ma un rito che impegna il presente e riguarda il futuro. Liturgia e vita sono chiamata e costituire un rapporto inscindibile. La loro separazione è “diabolica”.

II – La celebrazione liturgica: luogo sacramentale della trasfigurazione. E’ nella carne di Gesù che Dio ha trasfigurato la sua presenza e tutto il suo messaggio. E’ in Gesù che il dialogo fra Dio e l’umanità ha raggiunto il suo vertice. Dialogo trasfigurante che continua sacramentalmente nella celebrazione liturgica…

III – La liturgia trasfigura il Risorto  nella dinamica dell’incarnazione. La celebrazione liturgica trasfigura, rivela correttamente la presenza del Signore e comunica correttamente la sua salvezza non con riti esoterici, ma nella misura in cui  essa è genuinamente umana, vera, senza finzione.

IV – L’assemblea liturgica: convocati per trasfigurare la Chiesa, l’identità e la missione del cristiano. I battezzati riuniti nel nome del Signore costituiscono il sacramento che rende visibile la presenza del Risorto e nello stesso tempo la struttura e la missione della Chiesa, Corpo di Cristo. Nell’assemblea liturgica noi con i nostri volti, con il nostro corpo, diventiamo sacramento della presenza del Signore… Responsabili dell’immagine di Chiesa e di cristiano che diamo al mondo.

V – Trasfigurare il Risorto nella parola proclamata. E’ il signore Gesù “che parla quando nella chiesa su legge la sacra Scrittura” (SC 7). La proclamazione della parola di Dio e il suo ascolto costituiscono un unico rito attraverso il quale, sempre attraverso la mediazione umana, il Signore trasfigura la sua presenza e trasforma il cuore dell’uomo.

VI – Trasfigurare il Signore nella ministerialità. Ogni ministerialità, liturgica e non, sebbene con gradi e responsabilità diverse, è chiamata a manifestare un servizio che viene reso a Dio, certo, ma attraverso il servizio all’assemblea, alle persone. Chiara trasfigurazione di quell’amore per Dio che, se non passa attraverso il prossimo, è bugiardo (cf 1Gv 4, 20).

VII – Il sacramento eucaristico: vertice della trasfigurazione. Con l’amen con il quale riconosciamo nel pane e nel vino la presenza del Risorto ci impegniamo a riconoscerlo anche nella materialità quotidiana della vita. Non solo, ma nutrirci del corpo e sangue di Cristo significa lasciarci trasformare dallo Spirito Santo per trasfigurare sempre e ovunque la presenza del Signore.