“IL DIACONATO PERMANENTE: IDENTITÁ, FORMAZIONE E MISSIONE”
Si è tenuta, a Pompei, il 3 marzo u.s., con la relazione del Prefetto della Congregazione per il clero, Sua Em.za il Card. Beniamino Stella, la prima giornata regionale dei diaconi Permanenti. Dopo la celebrazione dell’Ora Terza, il Presidente della CEC, Sua Em.za il Card. SEPE ha aperto i lavori, dando il benvenuto ai Vescovi, ai Sacerdoti delegati ed ai numerosi diaconi, presenti con le rispettive mogli. La nostra diocesi era rappresentata da otto diaconi, accompagnati dal Vescovo e dal Delegato don Aniello Panzariello. Nella relazione, il cardinale Stella, ha posto l’accento sulla formazione e le aspettative del diaconato nell’insegnamento pontificio, affermando che:“…Occorre riconoscere al diaconato piena dignità, non solo nella teoria, in sé chiara, ma soprattutto nella vita concreta delle nostre Chiese locali, perché possano sempre più svilupparsi come comunità ministeriali e arricchirsi stabilmente dei frutti della preziosa vocazione al diaconato e del connesso ministero, recuperato in tempi ancora recenti dal tesoro ecclesiale e offerto alla Chiesa di oggi e di domani”. Inoltre, dalla relazione sono emersi tre concetti-chiave, sui quali è necessario riflettere per la promozione e la fruttuosità del ministero diaconale:
– la identità: tutti i diaconi, anche sposati, sono “chierici”, incardinati in una diocesi, con tutti gli obblighi e diritti dei chierici, enumerati nei cann. 273-289 del CIC;
– la formazione: non si tratta di avere solo diaconi “intellettuali”, in seguito ad adeguati studi teologici, ma chierici adeguatamente preparati circa la dottrina e il Magistero, per predicare e annunciare il Vangelo. La loro formazione dovrà essere continua, quindi non solo precedente l’ordinazione, e integrale, tenendo conto di tutte le dimensioni, spirituale, umana, intellettuale e pastorale. Non esistono “seminari” o strutture definite, ma ogni diocesi dovrebbe aver studiato un itinerario formativo adeguato per i futuri diaconi. È conveniente perciò fare attenzione a evitare una preparazione sommaria o frettolosa, più approfondita di quella degli operatori laici, che finisce facilmente per creare imbarazzo al diacono stesso nell’esercizio del suo ministero;
– la missionarietà: l’incarico conferito dal Vescovo al diacono deve essere ben definito e specifico, nel rispetto della sua identità ministeriale, e non lasciato alla sola libera iniziativa dei parroci o dei diaconi stessi e tenendo conto che si tratta di un ministero “permanente”, ben diverso dall’impegno dei laici, generoso, ma per natura occasionale. Un pensiero particolare è stato rivolto anche alle mogli dei diaconi permanenti, il consenso delle quali è obbligatorio, prima che si possa procedere all’ordinazione; si tratta di un atto importante, con il quale la vocazione specifica del marito è non solo “tollerata” dalla moglie, ma accolta e sostenuta, con partecipazione, generosità e impegno. Il diaconato è la vocazione del marito, ma comporta necessariamente un cammino concorde e condiviso da parte della coppia, aiutando anche i figli a comprenderne il senso e la bellezza.
La giornata, dopo l’agape fraterna, si è conclusa con la Concelebrazione Eucaristica, presieduta dal Prefetto Stella, all’altare della Madonna del Rosario di Pompei, alla Quale il Cardinale ha affidato il nostro ministero.
Ennio Della Pepa